Tutto quello che non mi aspettavo è il secondo romanzo di Valentina Sagnibene, giovanissima autrice gorgonzolese, ed è edito Giunti. Nel 2013 ha pubblicato il suo primo romanzo e-book: non ne è rimasta soddisfatta ma non ha mollato, e alla fine è stata giustamente ripagata arrivando a farsi pubblicare da Giunti. Brava Valentina!
I due romanzi attualmente pubblicati da Valentina Sagnibene sono:
- “Anemos” (2013, Prospero Editore, prezzo Amazon €3,63, 312 pagine)
- “Tutto quello che non mi aspettavo” (2018, Giunti editore, prezzo Amazon €11,90, 352 pagine)
Trama
Francesco e Matilde sono due ragazzi complicati, e profondamente diversi. Il primo scrive in un blog femminile sotto pseudonimo ed è appena tornato a casa dai genitori in Italia dopo una avventura a Brighton poco fruttifera (niente lavoro, una storia d’amore finita e pochi spiccioli rimasti in tasca). Il blog gli ha proposto un lavoro da redattore, sarebbe il suo sogno, ma deve scrivere l’Articolo Perfetto per sbaragliare la concorrenza, e ha il blocco dello scrittore. Matilde è una giocatrice di Basket, nonché barista, rimasta orfana di padre da poco e con una madre che se ne è andata quando lei aveva una manciata di anni. C’è di buono che Francesco ha la sua sorellina, che adora, e Matilde ha suo nonno, anima stupenda. I due si incontrano per caso, all’inizio si detestano, ma la necessità di attingere a nuovi spunti per nutrire la sua vena creativa spinge Francesco a proporre a Matilde un viaggio on the road molto particolare dove accadrà tutto quello che non si aspettavano.
Recensione
La prima cosa che si nota leggendo Tutto quello che non mi aspettavo è il talento che Valentina Sagnibene ha per la scrittura. Tendenzialmente io non sono una fan sfegatata delle “descrizioni”, le mie radici teatrali mi portano a preferire la scrittura basata su dialoghi diretti. Valentina descrive molto, ma lo fa con una cura nella scelta dei vocaboli e delle espressioni che raramente si apprezza nelle autrici della sua età. Il lessico che usa è vario, ricercato, originale, mai pesante o difficile: ci fa vedere ciò che immagina attraverso le sue parole. Il potenziale dei due protagonisti, poi, è davvero enorme: due orsi emotivi pieni di cicatrici, nonostante la giovane età, che affrontano strade tortuose, costellate di ostacoli, per raggiungere obiettivi difficili quanto indispensabili. Un viaggio dell’eroe moltiplicato per due!
Matilde è una ragazza ferita nel profondo, che ha appena perso quello che sembra essere stato l’amore della sua vita: suo padre. Struggente la storia dei post-it: il padre li utilizzava come strumento di comunicazione e di cura delicata e indiretta per la figlia, ma dopo la sua morte diventano pezzetti di ricordi belli e strazianti, quasi insostenibili, che lacerano il cuore di quella ragazzina cresciuta troppo in fretta. Il rapporto di affetto dissimulato che ha con il nonno è fantastico, è uno dei personaggi più belli del romanzo! Francesco è di una dolcezza incredibile, fragile e frangibile, che cerca di reagire al mondo che gli è caduto addosso da quando la sua relazione con Luisa si è chiusa, poco dopo aver prosciugato il suo conto per renderla felice e “comprare” invano il suo amore sfuggente. La sua anima si esplica nei post che scrive nel blog e che sono riportati all’inizio dei capitoli che riportano la sua voce e il suo punto di vista. Nelle prime cento pagine l’autrice riesce a farci fare amicizia con questi personaggi.
Quello che ci aspettiamo, però, è che il tutto si arricchisca di una dinamica “romantica” (ce lo promette il pay-off in copertina “Una storia d’amore non è mai soltanto una storia d’amore“) che in realtà tarda a svilupparsi. Fino a quasi i tre quarti del romanzo i due si odiano, litigano, sembrano totalmente incompatibili e nessuno dei due accenna alla minima propensione “sentimentale” verso l’altro. E forse è proprio questa aspettativa che rovina un po’ il gusto della lettura, che altrimenti sarebbe quasi perfetta. In realtà la mia sensazione è che l’autrice abbia voluto mettere troppa carne al fuoco. Il potenziale narrativo dei due spunti che stanno alla base della storia è originale e interessante, tanto da esserci materiale sufficiente per due romanzi: Francesco neolaureato e intellettualoide che scrive per un blog sotto pseudonimo femminile e che torna dai suoi dopo un fallimento a tutto tondo – sentimentale e lavorativo – deve scrivere un articolo per coronare il suo sogno e farsi assumere dal blog; Matilde autonoma e grintosa perde il padre dopo essere stata abbandonata dalla madre da piccola e la vita non fa che spingerla nella ricerca di questa donna e della motivazione che l’ha portata a lasciarla. Riuscire a sviluppare queste due matrici narrative profonde e dense insieme alla crescita dei personaggi e della loro relazione a mio parere è una sfida troppo complessa, e infatti l’impressione è che l’esigenza che spinge Francesco venga un po’ trascurata, così come il rapporto tra i due che si sviluppa, quasi all’improvviso, solo nella parte finale del libro.
Detto ciò in questo romanzo si percepisce un sottofondo poetico delicato e bellissimo, con sviluppi narrativi sorprendenti che fanno commuovere. Forse il mio approccio tecnico e analitico alla lettura mi ha un po’ “rovinato” il romanzo, non facendomi godere a pieno, a pelle, le atmosfere e lo sviluppo della storia. Il mio consiglio è di leggerlo con leggerezza, lasciandosi toccare e trasportare nel suo mondo dalle parole perfette con cui l’autrice riesce a descriverlo.
Questo romanzo ci è stato inviato dall’autrice che ringraziamo!