I love shopping (titolo originale “Confessions of a Shopaholic”, 2000) è il primo di una lunga antologia firmata dalla scrittrice inglese Sophie Kinsella che vede come protagonista la nostra amata Rebecca Bloomwood (per le amiche Bex).
L’antologia è composta da nove romanzi:
- I love shopping
- I love shopping a New York
- I love shopping in bianco
- I love shopping con mia sorella
- I love shopping per il baby
- I love mini shopping
- I love shopping a Hollywood
- I love shopping a Las Vegas
- I love shopping a Venezia
Se non la precorritrice del genere, Sophie Kinsella è considerata come una delle scrittrici di romanzi Chick Lit più prolifiche e famose.
Trama
Rebecca Bloomwood è una ragazza inglese che vive a Londra nel quartiere fancy di Fulham insieme alla sua migliore amica Suze e lavora per “Far fortuna Risparmiando”, una modesta rivista economica di cui cura una rubrica dedicata a consigli su spese e risparmi sicuri. Dotata di una focosa passione per lo shopping, si trova coinvolta in una serie di disavventure economiche e sentimentali, in gran parte create o alimentate dalla sua ossessione per gli acquisti.
Recensione ★★★★★ (5/5)
Chiunque abbia anche solo simpatia per il genere Chick Lit non può che amare questo romanzo dalla sapiente scrittura scorrevole e diretta, mai noiosa. E non può che adorare Bex, iconica eroina chicklitiana (paragonabile a mio parere solo a Bridget Jones), che rappresenta e definisce lo stereotipo della protagonista simpatica e pasticciona, con tanti sogni (romantici e non) che rincorre inciampando qua e là. È un romanzo che più che una storia racconta un personaggio, e sono quelli che preferisco!
Bex la amo soprattutto per la sua fanciullesca inconsapevolezza rispetto ai problemi della vita adulta, per il suo essere inadeguata in ogni momento e in ogni frangente (denaro, lavoro, amicizia, vita sentimentale…). Fa un lavoro per il quale non ha assolutamente nessuna competenza e il fatto che lo ammetta fin da subito ci fa avvicinare ed empatizzare all’istante! La sua vita si delinea pagina dopo pagina come un fake colossale che cammina per mano alla gigante angoscia di poter essere smascherata all’istante, cosa che fa stare più in ansia noi che leggiamo che la stessa Bex, deliziosamente incosciente e sprovveduta. A volte ha degli sprazzi di lucidità in cui la vediamo sul punto di dire o fare la cosa giusta ma (quasi) ogni volta cade all’ultimo secondo nella menzogna, nella bugia divertentissima quanto surreale, sostenuta da una logica assurda pressoché inattaccabile. Esilaranti sono le parti in cui si lascia convincere da pensieri positivi palesemente ingannevoli che la portano a credere senza alcun dubbio di vincere alla lotteria o di ottenere un lavoro più remunerativo mentendo sulle proprie competenze (come il parlare fluentemente il finlandese!!). Ma le parti più comiche sono senza dubbio quelle in cui tenta in tutti i modi di rimediare al rosso in banca e al suo patologico bisogno di comprare ogni singolo oggetto/vestito/accessorio inutile quanto costoso (e chi non ne è affetta, scagli la prima pietra!), lei che paradossalmente lavora per “Far fortuna risparmiando”. Bex è dipinta come un personaggio ingenuo e sopra le righe (adoro!), ma che sa reagire a tempo debito: una cosa che mi accomuna tanto a lei (e che quindi la rende ai miei occhi più vera) è che entrambe ci infuriamo quando ci sentiamo derise e prese in giro, ed è lì che ci scatta la “cazzimma”!
Il personaggio di Rebecca, nonostante sembri incorreggibile, riesce comunque alla fine ad avere uno sviluppo: occorre farle toccare il fondo per farla maturare e prendere coscienza delle sue debolezze e dei problemi che non può più semplicemente ignorare. Alla fine del romanzo si ritrova quindi, suo malgrado, a vestire i panni di una sorta di Erin Brockovich, una paladina della giustizia “per caso” che le fa scoprire una insperata passione per il proprio lavoro, mettendo a frutto competenze finanziarie apprese miracolosamente, per osmosi. È qui che a mio parere si perde un po’ la forza della sceneggiatura, in questo bisogno di trovare un escamotage credibile per accelerare verso il lieto fine.
L’autrice
Madeleine Wickham, in arte Sophie Kinsella, è considerata una delle scrittrici che più di tutte hanno reso famoso (e remunerativo) il genere Chick Lit. Vanta milioni di fan in 60 paesi ed ha venduto complessivamente più di 40 milioni di copie dei suoi romanzi. E come molte sue colleghe, considera riduttiva l’etichetta “Chick Lit”: lei stessa in una intervista afferma che la cosa la fa sentire alternativamente indignata e galvanizzata.
La mia impressione è che in questi casi, come si suol dire, si vorrebbe la botte piena e la moglie ubriaca. Mi spiego: da un lato le autrici vorrebbero avere riconoscimenti “degni” della più pura ed elevata letteratura, senza scomode etichette che le leghino al mondo femminile, dall’altra giocano sull’universo rosa shocking per attirare le lettrici e vendere più copie (ricordiamo che l’80% dei lettori di narrativa sono femmine!). Basti pensare al logo del sito web di Kinsella ovvero “una borsa traboccante di vestiti di una donna del 21 ° secolo: un biscotto e un cucchiaio di legno, uno spray da cucina, un rossetto rosso vampiro, occhiali da sole firmati e un iPhone ronzante“.
Curiosità
I love shopping è il protagonista della terza puntata della mia rubrica settimanale “Lea legge chicklit in Esercizi di Stile”.
In questa puntata leggo un brano del romanzo in stile HORROR. Curiosi? Date un’occhiata!
..bene, dove è la mia copia che torno a rileggerlo? Grazie Lea…i soldi meglio spesi sono quelli in libri e viaggi (…anche scarpe ovviamente altrimenti come poter girare comodamente tra gli scaffali di una libreria e tra le strade di un paesino medievale…si! Il tacco 12 è comodo!!!)…in questo caso “far fortuna risparmiando” è la tua acuta e personalissima recensione che ho sentito talmente mia che mi fa ritrovare e rileggere anche con i tuoi spunti un vecchio libro in un nuovo.
Ricordo che questo libro mi fu regalato da un mio ex fidanzato non ricordo in quale occasione. Me lo regalò per prendermi in giro e sottolineare la mia dipendenza dallo shopping compulsivo.
Ricordo che mi offesi a morte e nemmeno lo aprii per dare un occhio all’abstract, nulla. Offesa a morte.
Da allora il libro giace impolverito nella mia libreria… Dopo aver letto questo articolo mi sa che lo rispolvero 😆.
Purtroppo ho visto solo il film, che comunque credo rispecchi fedelmente il libro 😊.
Bex è un po’ tutte noi all’ennesima potenza.. Scagli la prima pietra chi non ha finito almeno uno stipendio per colpa dello shopping!
.. Spero questa estate di avere un po’ di tempo per leggere qualche libro dell’antologia.
Complimenti per il blog 😊