Happy (hippy) family è l’ultimo romanzo scritto dall’autrice Stefania Nascimbeni, edito da Morellini Editore nella collana Varianti. Milanese di origine, giornalista freelance dal 2004, Stefania collabora con importanti quotidiani e magazine ed è scrittrice dal 2009.
I libri attualmente scritti da Stefania Nascimbeni sono:
- 101 Motivi per cui le donne preferiscono gli stronzi (Newton Compton Editori, 2010, costo Amazon €4,95, 212 pagine)
- Tutti pazzi per Gaia (Leggereditore, 2014, costo Amazon €5,00, 291 pagine)
- Expo & the City: The Hit Guide to Milan during Expo (JMendel Books, 2015, costo Amazon €6,07, 220 pagine)
- Happy (hippy) family (Morellini Editore, 2020, costo Amazon €15,10, 274 pagine)
Trama
Entrare in terapia per curare un disturbo alimentare e scoprire la fine del proprio matrimonio? Succede, se hai passato tutta la vita fingendoti una geisha e invece sei lo spirito vivente di un ardente samurai. La protagonista è una donna come molte che, dopo aver recitato nei panni di un’altra se stessa, tornerà libera, sì, ma dovrà confrontarsi con le difficoltà di essere una madre separata. Farà i conti con una Milano che non offre grandi speranze per una trentenne single, con un figlio piccolo: lavori precari, uomini sposati e altri casi umani. Per fortuna c’è la sua bizzarra famiglia extra large, dove tutti sono separati e risposati con altri separati (con figli). Riuscirà la protagonista a fare pace con il suo spirito inquieto? Di certo scoprirà la felicità smettendo di essere come vogliono gli altri.
Recensione
Happy (hippy) family è un romanzo particolare, diretto ma caotico, a tratti disarmante come un pugno in faccia che non ti aspetti, a volte sfacciato, altre sfuocato, un flusso a cui ci si deve arrendere per goderne a pieno. Già dalla prefazione di Sara Rattaro si intuisce la peculiarità di questo testo e la curiosità di leggerlo nasce e cresce, pagina dopo pagina. Non è un romanzo perfetto, ma ammetto di avere la sensazione di non averlo compreso a pieno. Sicuramente è qualcosa di denso e colorato a cui vale la pena dare una chance.
Stefania non ci racconta una storia fatta di concatenazione di eventi, ma di un personaggio, una scrittrice, una donna forte e fragile, quasi bipolare. Una donna ferita, demoralizzata, energetica, confusa, speranzosa, che non si arrende MAI.
Dentro di me urlavano una bambina ferita, una donna in catene e una sposa fantasma.
Non sapevo proprio a quale delle tre me dare la precedenza. In quel momento mi sembravano soltanto rumori che faticavo a decodificare.
La sua famiglia è più che particolare: una Madre geisha, un padre sfuggente, una nonna meravigliosa, fratelli complici, cani meravigliosi, un bimbo speciale, amori d’infanzia che poi si reinventano in età adulta. Ogni capitolo ci racconta una “fase” di questa vita piena, quella di una donna che deve gestire un divorzio, un ex marito, un disturbo alimentare e un figlio. Ma non si arrende, non ha intenzione di rinunciare ai suoi sogni d’amore e professionali: vuole riuscire a mettere in fila il caos, trovare una soluzione come di fronte a un rompicapo.
Ed è questa la sensazione che, a tratti, ho percepito nella lettura: un groviglio di tante, tantissime cose, in cui spesso mi sono persa. Poi, a un certo punto, ho rinunciato a comprendere e capire la logica di ogni particolare e ho provato a farmi trascinare senza farmi troppe domande: per me è stata una sfida molto interessante, io che sono iper-razionale, spesso cervellotica.
Così ho iniziato a intuire nel caos una storia molto toccante, capace di muovere sensibilità viscerali.
Il percorso della protagonista è molto interessante e particolare, è una mezza matta con cui all’inizio ho faticato a empatizzare, ma che in vari punti si è rivelata molto più vicino a me di quanto pensassi (o volessi), soprattutto in quella sensazione – trasversale a tutto il romanzo – del sentirsi sola in mezzo alla gente. Alla fine mi sono trovata a tifare per lei, a preoccuparmi e dispiacermi, a festeggiare e incazzarmi, con la sensazione forte di volerle stare accanto e consigliarla.
È buffo trovarsi, più che scegliersi, a quarant’anni, perché finisce che ti prendi semplicemente come sei. E forse è l’unico modo.
Il risultato è un romanzo particolare e vario che racconta una storia fatta di mille sfaccettature, richiami cinematografici, pennellate di colori e texture diverse, una composizione di scene che costruiscono un personaggio profondo e sincero, che si farà fatica a dimenticare.
Questo romanzo ci è stato inviato dalla casa editrice Morellini Editore che ringraziamo!