Punizione divina – la recensione

Punizione divina” è il nuovo romanzo di Paola Chiozza edito Salani Editore. L’autrice ha iniziato il suo viaggio nella scrittura da giovanissima ed è molto famosa sulla piattaforma WattPad dove continua tutt’ora a pubblicare romanzi leggibili in maniera totalmente gratuita. Alla fine dell’articolo troverete una mini-intervista grazie alla quale approfondiremo la conoscenza con l’autrice e con la sua esperienza nei due mondi editoriali (WattPad ed editoria tradizionale).

I romanzi attualmente pubblicati da Paola Chiozza (al di fuori della piattaforma WattPad) sono:

Trama

Giuditta Moretti, fashion victim milanese e brillante studentessa universitaria, è al settimo cielo. Per concludere il suo percorso di studi manca solo il tirocinio a New York, in una grande banca d’affari. L’attendono un lavoro interessante e la città più bella del mondo: comprare quello splendido paio di scarpe Jimmy Choo è il degno modo di festeggiare.

Ma qualcosa va storto, e per un errore di smistamento la sua destinazione non è più Manhattan, ma un inutile ranch sull’orlo del fallimento nel Montana: cavalli (non lo stilista, purtroppo), tori, mucche e puzza di sterco.

E Scott Sullivan, figlio del proprietario del ranch: un arrogante cowboy tutto muscoli e presunzione, che per di più si veste in modo orrendo…

Insomma, due anime distanti e incompatibili. No?

Recensione ★★★★☆(4/5)

Ve lo dico subito: ci troviamo di fronte a un romanzo mooooolto particolare. E ci sta che i puristi del romance si sentano destabilizzati, per non dire peggio. Romance-addicted avvisata…

Giuditta è una studentessa della Bocconi (non so se mi spiego), anzi no: la migliore studentessa del suo anno. Ed è assolutamente, imprescindibilmente una fashion victim. Proprio nel vero senso della parola: si farebbe uccidere per un paio di scarpe griffate o una borsetta limited edition. Il personaggio è (volutamente) sopra le righe: totalmente disadatta al mondo reale, con tendenza alla sindrome del fanciullo.

Non ci sta nemmeno troppo con la testa, infatti intavola accese conversazioni con Anna Wintour e Donatella Versace (ovviamente solo nella sua testa). E soprattutto se ne va in giro con un santino di Giorgio Armani, che tutti scambiano per suo nonno. Nel corso della narrazione si dimostra sempre più il cliché di se stessa: goffa, superficiale, e di sicuro non una cima di intelligenza.
Ci mancava giusto il cowboy rozzo, impertinente, muscoloso e vestito male per arrivare all’apoteosi della Parodia.

Miseriaccia, avevo appena preparato una torta di mele senza mele.

Decisi che l’unica soluzione valida era cercare su Google “come farsi perdonare”.

Estrassi dalla tasca posteriore dei pantaloncini il santino di Giorgio Armani. Era un po’ spiegazzato e umidiccio. <<Ora sì che ho bisogno del tuo aiuto.>>

 

Come se non bastasse, ci troviamo di fronte a palesi e poco credibili contraddizioni con il mondo reale, non ultima l’entità trascurabile dei debiti riferiti al ranch, fattore scatenante di tutta la storia, che si dichiara sull’orlo della bancarotta ma si risolleva grazie al prestito di 6000 miseri dollari. Immaginare poi che una delle migliori studentesse della Bocconi possa pensare che la migliore soluzione per risollevare le finanze di un’azienda vicina al fallimento sia organizzare (e partecipare) a un sexy car-wash è abbastanza surreale.

Ma a un certo punto succedono due cose: inizi a capire che quello che stai leggendo È VOLUTAMENTE una parodia e allora inizi a sorridere e a sorprenderti, a ridere fino alle lacrime. La seconda cosa che accade, quella più interessante, è che via via che le pagine scorrono capisci che sotto tutta questa ostentazione di superficialità a tratti demenziale in realtà si nascondono cose profondamente belle. Amicizia, rispetto, forza di volontà, riscossione, tragedie e sentimenti, tanti sentimenti.

Mi manca ogni singolo abbraccio, ogni bacio, ogni carezza sulla testa. Mi manca il modo in cui si prendeva cura di me, le sue attenzioni amorevoli, le parole che sapeva usare per consolarmi. Mi manca cadere, sbucciarmi le ginocchia e sentire il suo sbuffo fresco sulla pelle.

 

All’inizio questo romanzo tirava fuori la parte più cinica di me, quella che non sopporta le smancerie gratuite. E se state pensando che forse, allora, ho scelto il topic del mio blog in maniera totalmente sprovveduta, non posso che darvi ragione… 😀
Ma andando avanti con la lettura la mia sensazione è stata quella di essere immersa in un testo con tantissime sfaccettature, chiavi di lettura e gradi di profondità, messi lì, a disposizione, in attesa di essere colti. E ho iniziato a leggere tutto con più curiosità, con la voglia di scoprire “cosa c’è sotto” situazioni e personaggi ridicoli, di cercare il lato poetico della cosa. Che c’è, vi assicuro che c’è. Quegli sprazzi di lucida verità, sempre meno rari, restituiscono una sensazione di piacevole bellezza.

La vita mi ha tolto tanto e mi ha restituito tutto quando ti ho incontrata.
Rifarei i miei sbagli migliaia di volte, se sapessi che dopo ci sei tu ad aspettarmi. Sei la mia punizione divina e io sono condannato ad amarti fino alla fine dei miei giorni.

 

No, non è uno spoiler. Sappiamo tutti che i romance hanno un lieto fine obbligatorio: la bellezza sta nel percorso che i protagonisti intraprendono per arrivarci.
E questo che ci racconta Paola è un bellissimo, divertentissimo, ricchissimo percorso.

 

Intervista a Paola Chiozza

Chicklit Italia: Ciao Paola, sei una forza della natura! Scrivi da quando avevi 17 anni, e scrivi di tutto, anche libri per bambini! C’è un genere che preferisci scrivere? E coincide con quello che preferisci leggere?

Paola Chiozza: Ciao Lea, e grazie mille per l’ospitalità! Proprio perché scrivo da dodici anni, ho sperimentato tanti generi diversi. Penso di essere un’autrice abbastanza versatile, anche se prediligo le commedie, perché adoro ridere mentre scrivo. Soprattutto, adoro immaginare i miei lettori scompisciarsi quando leggeranno i miei romanzi. Nonostante ciò, quando devo scegliere un romanzo preferisco il thriller, il fantasy e l’horror.

C-I: Da qualche anno sei sulla piattaforma Wattpad: un pregio e un difetto?

P.C.: Un pregio di Wattpad: il contatto diretto con i lettori, che interagiscono durante la stesura della storia. I lettori sono una risorsa importantissima, perché consentono di capire cosa funziona e cosa no, spesso danno buoni consigli e, perché no, ti segnalano anche gli errori di battitura. Un difetto? Il fatto che non ci sia abbastanza tutela sul copyright delle storie presenti sulla piattaforma. Mi sono imbattuta più volte in plagi dei miei romanzi e ho dovuto letteralmente “pregare in turco” il supporto di Wattpad per farli rimuovere.

C-I: Ma hai anche avuto esperienza con l’editoria tradizionale: pregio e difetto?

P.C.: Sicuramente l’editoria tradizionale aiuta ad arrivare a quella fetta di pubblico che ancora frequenta e acquista in libreria. Essere in tutti gli scaffali d’Italia è una grande opportunità per farsi conoscere. Pubblicare con un grosso editore però significa anche sottostare ai vincoli contrattuali, avere scarso potere decisionale e dovere aspettare i tempi biblici dell’editoria italiana.

C-I: Se tu fossi su un isola deserta e potessi avere con te Wattpad o l’editoria tradizionale cosa sceglieresti?

P.C.: Sceglierei Wattpad, senza ombra di dubbio. Potrei scrivere e aggiornare ogni giorno, interagire con i miei lettori e ascoltare i loro pareri.

C-I: Supponiamo che io stia per scrivere il mio primo romanzo: dammi un consiglio!

P.C.: “Chi va piano, va sano e va lontano.” Non strafare, il vino buono ha bisogno di decantare per diventare eccellente. Scrivere e pubblicare è come salire una scala ripida. Percorrendo un gradino alla volta, si arriva in cima senza il fiato corto e senza farsi male. Quando si fanno le cose troppo velocemente, il rischio di cadere, battere la testa e tornare al punto di partenza è altissimo. Prenditi il tuo tempo, fai le cose con calma: il tuo momento arriverà quando sarà la giusta ora.

C-I: “Punizione divina” è a tratti una sorta di parodia del romance: è nato così fin da subito o ha assunto questa sfaccettatura nel corso della scrittura?

P.C.: “Punizione divina” è nato per essere un romanzo surreale e comico, esagerato, sopra le righe, oserei dire fantozziano. Non ha mai smesso di strizzare l’occhio al chick-lit classico, ma ha avuto da subito l’intento di dissacrare i cliché che si trovano di solito nel romance.

C-I: Paola è più fashion victim o cowgirl da rodeo?

P.C.: Paola è una fashion victim, ma povera come quella roba marrone che Giuditta pesta nel terzo capitolo!

C-I: Per quale motivo hai voluto raccontarci questa storia?

P.C.: Per divertire e per divertirmi. Quando scrivo il mio unico scopo è intrattenere, non ho altri fini. Non credo che i miei romanzi debbano per forza educare o lasciare chissà quale messaggio intrinseco. A volte è molto meglio una bella risata che una noiosa lezioncina su come gira il mondo.

C-I: Giochiamo a Marzullo: fatti una domanda e datti una risposta.

P.C.: A quasi trent’anni hai finalmente capito cosa vuoi fare nella vita? No.

C-I: Progetti futuri?

P.C.: Continuare a scrivere quello che mi piace, ridere e fare ridere con le mie parole. L’ironia è un’arma potentissima e ho scoperto che adoro usarla.

 


“”Punizione divina” ci è stato inviato dall’autrice, che ringraziamo!

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